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Primo: avere un piano! (segue)

Le reazioni alle perdite sono le più disparate, e tendono a non essere quelle giuste. La prima potrebbe essere, cadendo nelle insidie del giocatore d'azzardo "è uscito 30 volte di fila croce. La prossima volta dovrà essere testa: scommetto su questo tutto quello che mi rimane". Naturalmente, la 31 croce porterà il poveretto in rovina. Oppure porta ad abbandonare il proprio metodo, giusto il giorno prima che il metodo riprenda a 'funzionare'.

La parte più difficile consiste quindi nell'accettare il fatto che ci devono essere delle perdite. E che bisogna accettarle, prenderle, e continuare ad applicare il medesimo metodo. E per perdite non intendo 2 trades che vanno male in un giorno in cui ne vanno bene quattro. No. Intendo giorni, settimane in cui il vostro capitale totale diminuisce. Il difficile è non abbandonare il sistema in questi periodi.

L'errore più comune è abbandonare il sistema in uno di questi periodi, per poi rendersi conto che se solo si fosse perseverato nel giro di pochi mesi ci si sarebbe rifatti delle perdite e si sarebbe chiuso l'anno con un buon risultato.

Un aneddoto: c'è stato un anno in cui un mio conoscente (con delle tasche molto più profonde delle mie) mi chiese di speculare con i suoi soldi. Io li presi e eseguii gli stessi identici trades su entrambi i conti. All'inizio tutto funzionò, ma presto iniziò uno dei periodi di 'contrazione' del capitale. Proprio in quel momento lui decise di ritirare gran parte dei sui soldi. Continuai a gestire i due conti nello stesso identico modo, ma alla fine dell'anno io chiusi con un buon risultato e lui con una perdita: ovviamente i guadagni del periodo successivo non furono sufficienti a bilanciare le perdite del periodo iniziale.

Esiste un altro pericolo, ancora più grave. C'è chi non vuole affrontare la realtà e prendere le perdite. Chi trasforma i propri trades in 'investimenti di lungo periodo', convinto che prima o poi, tanto, tutti i titoli salgono. Bene, questa è la strada per vaporizzare il proprio capitale. Ma questo discorso meriterà un articolo interamente dedicato.

In modo abbastanza curioso, spesso una lunga serie di vittorie ha parimenti un effetto deleterio: spesso si crede di avere ormai il dominio assoluto della materia, e la sindrome di onnipotenza porta a deviare dalla metodologia, a fare anche dei trades che non si sarebbero dovuti prendere… il triste finale è scontato

L'ideale sarebbe utilizzare un metodo che funziona sempre e comunque, in qualunque situazione di mercato. Purtroppo, non mi risulta che esista questo metodo! Per cui, l'unica possibilità è quella di continuare a eseguire, ripetere esattamente le stesse azioni, aspettando il momento buono. E' questa secondo me la parte più difficile, ma anche la più importante, di un sistema di trading.

Chiariamo subito una cosa: non è l'unico e solo modo di applicare l'analisi tecnica, c'è chi ne fa un uso molto più 'discrezionale', guardando esaminando singolarmente i potenziali trades e scegliendo quelli che presentano un rapporto 'rischio/beneficio' adeguato.

Oppure, utilizzare a seconda delle condizioni 'attuali' del mercato il metodo più adatto. Ma così sorge un grosso problema: come definisco la situazione del mercato? A 'sensazione'? Per qualcuno può andare bene, ma io preferisco affidarmi al lavoro di elaborazione dei dati storici che alle mie sensazioni, perché nei momenti difficili lo trovo un supporto molto più solido.

Un alternativa sarebbe quella di aggiungere un variabile che ci dica quale sistema utilizzare, ma in questo caso, non vuol forse dire che applichiamo comunque un modello, il quale incorpora in questo caso anche alcune variabili 'di mercato?'

Qualunque sia il vostro campo, in quello che discuteremo in questi incontri cercheremo di mettere qualcosa di potenzialmente utile per tutti.

Ci vediamo quindi tra due settimane, con… analisi fondamentale contro analisi tecnica!

Gabriel K             

Gabriel K accetta volentieri qualunque feedback all'indirizzo AT@borsarc.com.

 

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