- Commissioni. Nessun dubbio qui: sarà forse per effetto della concorrenza più ampia, ma è senza dubbio possibile trovare delle commissioni molto più basse, specialmente se i vostri lotti sono di piccole dimensioni. E se siete degli speculatori attivi, questo è sempre un fattore importante. Inoltre, non mi è mai capitato di vedere un broker che chiedesse un fisso mensile (al solito, non sto parlando di daytrading) o un equivalente 'giacenza non remunerata'
- Abbiamo già parlato degli stop in un articolo precedente. Oramai tutti i broker accettano stop loss sia sul NYSE, dove vengono gestiti dalla borsa stessa, sia sul Nasdaq. Meno diffusa è la possibilità di porre degli irdini condizionali, e in particolare contemporaneamente uno stop e un limit, con l'esecuzione dell'uno che determini la cancellazione dell'altro
- Il 'Margine': è sempre possibile aprire un 'margin account', che vi consente di operare su titoli per un valore doppio rispetto a quello da voi depositato nel conto (dietro pagamento di interessi, ovviamente, dal momento che è il broker che vi presta i soldi mancanti. Attenzione, ovviamente, perché la leva finanziaria, come al solito, funziona nei due sensi! Per proteggervi contro perdite eccezionali, esiste una soglia minima (di solito il 40%) al di sotto del quale il broker liquida la vostra posizione in modo da riportarvi alla soglia limite del 40%. Vi consiglio comunque di avere una strategia di money management che vi faccia uscire dalla posizione molto prima di arrivare a questo!
- Shorting, che corrisponde, più o meno, alla vecchia pratica della vendita allo scoperto, virtualmente scomparsa in Italia con l'avvento del mercato telematico. Si tratta di una strategia per guadagnare sul ribasso di un titolo: vendete oggi un titolo che non avete, e lo comprate in seguito, quando il prezzo sarà (almeno voi sperate) più basso. L'argomento è importantissimo e deciherò un articolo specifico
- Esiste un cero numero di titoli, ad esempio QQQ per il Nasdaq, DIA per il dow jones che 'mimano' l'indice a cui fanno riferimento. In questo modo è possibile speculare sul mercato nel suo complesso, cosa che un tempo era impossibile.
- Il costo delle informazioni, intendendo per questo il costo di un software di analisi tecnica e con l'annesso servizio dati, è in generale inferiore.
- Il fisco. Qui tocchiamo una nota dolente. Mentre per gli USA basterà compilare il modulo W-8 ben. Nella dichiarazione dei redditi dovrete indicare il valore delle singole transazioni al cambio del giorno in cui sono state effettuate più, se il valore del conto in valuta supera i 100 milioni, il valore delle differenze cambio. Inoltre dovrete denunciare il valore del vostro conto estero a fine anno, e tutti i trasferimenti effettuati da e per l'estero. In termini economici nessuna differenza rispetto ai trades 'italiani', ma un sacco di lavoro in più, con sempre la spada di Damocle di commettere qualche errore…
- Rischio di cambio. Questo è il punto in assoluto più critico. Dal momento che il valore euro/dollaro non è ovviamente fisso, un movimento sfavorevole è in grado di eliminare tutti i vostri guadagni di un intero anno. Io utilizzo (l'avrete indovinato) i grafici per avere un idea generale dell'andamento futuro più probabile, ma come potrete facilmente capire questo è l'anello più debole della catena