ATED11

ITALIA VS USA

 

Questa volta voglio parlarvi delle differenze tra lo speculare in Italia e negli Stati Uniti

Il confronto che io voglio fare, in particolare, è la differenza tra l'utilizzare un broker negli usa e una sim italiana. D'accordo che oramai quasi tutte offrono la possibilità di comprare e vendere titoli USA, ma l'uso di un broker 'locale' vi pone di fronte ad alcune peculiarità, su cui voglio soffermarmi

In breve, le differenze principali si riconducono a:

  1. Commissioni
  2. Stop e ordini condizionali
  3. Uso del margine
  4. Shorting
  5. Cubes, Diamonds, etc etc
  6. Costo delle informazioni
  7. Il fisco!
  8. Rischio di cambio

 

Vediamoli uno a uno

  1. Commissioni. Nessun dubbio qui: sarà forse per effetto della concorrenza più ampia, ma è senza dubbio possibile trovare delle commissioni molto più basse, specialmente se i vostri lotti sono di piccole dimensioni. E se siete degli speculatori attivi, questo è sempre un fattore importante. Inoltre, non mi è mai capitato di vedere un broker che chiedesse un fisso mensile (al solito, non sto parlando di daytrading) o un equivalente 'giacenza non remunerata'
  2. Abbiamo già parlato degli stop in un articolo precedente. Oramai tutti i broker accettano stop loss sia sul NYSE, dove vengono gestiti dalla borsa stessa, sia sul Nasdaq. Meno diffusa è la possibilità di porre degli irdini condizionali, e in particolare contemporaneamente uno stop e un limit, con l'esecuzione dell'uno che determini la cancellazione dell'altro
  3. Il 'Margine': è sempre possibile aprire un 'margin account', che vi consente di operare su titoli per un valore doppio rispetto a quello da voi depositato nel conto (dietro pagamento di interessi, ovviamente, dal momento che è il broker che vi presta i soldi mancanti. Attenzione, ovviamente, perché la leva finanziaria, come al solito, funziona nei due sensi! Per proteggervi contro perdite eccezionali, esiste una soglia minima (di solito il 40%) al di sotto del quale il broker liquida la vostra posizione in modo da riportarvi alla soglia limite del 40%. Vi consiglio comunque di avere una strategia di money management che vi faccia uscire dalla posizione molto prima di arrivare a questo!
  4. Shorting, che corrisponde, più o meno, alla vecchia pratica della vendita allo scoperto, virtualmente scomparsa in Italia con l'avvento del mercato telematico. Si tratta di una strategia per guadagnare sul ribasso di un titolo: vendete oggi un titolo che non avete, e lo comprate in seguito, quando il prezzo sarà (almeno voi sperate) più basso. L'argomento è importantissimo e deciherò un articolo specifico
  5. Esiste un cero numero di titoli, ad esempio QQQ per il Nasdaq, DIA per il dow jones che 'mimano' l'indice a cui fanno riferimento. In questo modo è possibile speculare sul mercato nel suo complesso, cosa che un tempo era impossibile.
  6. Il costo delle informazioni, intendendo per questo il costo di un software di analisi tecnica e con l'annesso servizio dati, è in generale inferiore.
  7. Il fisco. Qui tocchiamo una nota dolente. Mentre per gli USA basterà compilare il modulo W-8 ben. Nella dichiarazione dei redditi dovrete indicare il valore delle singole transazioni al cambio del giorno in cui sono state effettuate più, se il valore del conto in valuta supera i 100 milioni, il valore delle differenze cambio. Inoltre dovrete denunciare il valore del vostro conto estero a fine anno, e tutti i trasferimenti effettuati da e per l'estero. In termini economici nessuna differenza rispetto ai trades 'italiani', ma un sacco di lavoro in più, con sempre la spada di Damocle di commettere qualche errore…
  8. Rischio di cambio. Questo è il punto in assoluto più critico. Dal momento che il valore euro/dollaro non è ovviamente fisso, un movimento sfavorevole è in grado di eliminare tutti i vostri guadagni di un intero anno. Io utilizzo (l'avrete indovinato) i grafici per avere un idea generale dell'andamento futuro più probabile, ma come potrete facilmente capire questo è l'anello più debole della catena

 

Saluti a tutti e arrivederci tra 15 giorni

Alla prossima

Gabriel K             

Gabriel K accetta volentieri qualunque feedback all'indirizzo AT@borsarc.com.

 

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Nota: tutte le idee espresse nel presente articolo rappresentano solo l'opinione personale dell'autore e non possono essere in alcun modo considerate sollecitazioni all'acquisto o vendita di titoli.

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